rōbŭr
[rōbŭr], roboris
sostantivo neutro III declinazione

vedi la declinazione di questo lemma

1 rovere, quercia
2 (poetico) albero in generale
3 legno duro, di rovere o di quercia
4 (per metonimia) qualunque oggetto in legno
5 prigione, carcere, specialmente il carcere Tulliano, ove si rinchiudevano e si giustiziavano i condannati politici
6 (in senso figurato) robustezza, solidità, forza, durezza
7 energia, vigore, nerbo, forza d'animo

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Locuzioni, modi di dire, esempi


collectum est robur = è stato riacquistato il vigore, si è rinvigorito || e robore dolatus = effigiato in un pezzo di quercia || Macedonum robur = l'élite dei Macedoni || animi magnitudo ac robur = grandezza e forza d’animo || aeterna ferri robora = compagini di ferro incorruttibile || cavo robore me promo = tirarsi fuori (= uscire) dai fianchi cavi del legno (= dal cavallo di legno) || annoso valida cum robore quercus = una forte quercia, dal tronco irrobustito dagli anni || aetate ac virium robore floreo = esser nel fior dell’età e del vigore fisico || coloniam virium et opum validam robur ac sedem bello lego = scegliere una colonia forte e ricca come punto d'appoggio solido e come base per la guerra || Calchas attollere molem roboribus textis … iussit = Calcante ordinò di alzare la mole con le strutture di rovere || ac tamen, quod fuit roboris, duobus proeliis Dyrrachinis interiit = tuttavia i più forti sono caduti nei due combattimenti di Durazzo || vulgi rumore territus, robur et saxum … minitantium = spaventato dalle vociferazioni del popolo, che (gli) minacciava il carcere Tulliano e la rupe Tarpea || C. Flavius Pusio, Cn. Titinnius, C. Maecenas, illa robora populi Romani = C. Flavio Pusione, Cn. Titinnio, C. Mecenate, questa élite del popolo romano



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