nŏcĕo
[nŏcĕo], nŏces, nocui, nocitum, nŏcēre
verbo transitivo e intransitivo II coniugazione

vedi la coniugazione di questo lemma

(assoluto o + dativo) nuocere, recare danno o offesa, danneggiare, essere dannoso o nocivo

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Locuzioni, modi di dire, esempi


afflatu nocent = emanano miasmi mortali || ad nocendum potentes sumus = siamo capaci di nuocere || quid nocet? = che male c'è? || volnera parva nocent = le piccole ferite sono mortali || Ancaeo nocuit temeraria virtus = un eccesso di bravura nocque a Anceo || vulnera parva nocent = piccole ferite sono mortali || arma alia ad tegendum alia ad nocendum = armi, le une difensive, le altre offensive || bonis nocet quisquis parcit malis = chiunque ha cura dei cattivi fa un torto ai buoni || ad verba magis quae poterant nocere, fugi = ricorsi alle parole che più (lo) potevano ferire || ob eam rem noxam nocuerunt = per questo si sono macchiati di una colpa || alii vestrum anseres sunt qui tantum modo clamant nocere non possunt = alcuni di voi sono oche che schiamazzano soltanto senza fare del male || cetera de genere hac quae sunt portenta perempta, si non victa forent, quid tandem viva nocerent? = tutti i mostri di tal genere che furono distrutti, se non fossero stati vinti, che danno farebbero da vivi?



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