242.
2. Il presente infinito (infinito storico) invece dell'imperfetto descrittivo.Nondum fuga certa, nondum victoria erat; tegi magis Romanus, quam pugnare; Volscus inferre signa, urgere aciem, plus caedis hostium videre, quam fugae.
243.
Il più che perfetto si adopera per indicare un'azione che era già passata quando un'altra, passata anch'essa, ebbe luogo, come in italiano.Pausanias eodem loco sepultus est, quo vitam posuerat.
Nelle proposizioni dipendenti si usa spesso in italiano l'imperfetto o il passato remoto dove il latino mette il più che perfetto. Verres, cum rosam viderat, tum ver incipere arbitrabatur (Verre quando vedeva spuntare una rosa, credeva che allora cominciasse la primavera). Caesar cum in Galliam venisset, magna difficultate afficiebatur (essendo venuto, cioè come venne). I verbi che accennano interrogazione si costruiscono però spesso anche in latino con l'imperfetto. Socrates cum interrogaretur, cuiatem se esse diceret, Mundanum inquit.
Nello stile epistolare il latino adopera spesso il perfetto invece del presente, ed il più che perfetto al posto del perfetto. Quest'uso proviene dall'esprimere ciascuna azione con quel tempo che converrebbe al momento in cui la lettera viene letta.
Nihil habebam, quod scriberem; neque enim novi quidquam audieram, et ad tuas omnes epistolas rescripseram pridie (non ho niente a dirti, perchè non ho inteso niente di nuovo ed ho risposto ieri a tutte le tue lettere).
Scripsi ad te ante lucem, ma si dirà poi: si vales, bene est; ego valeo. Maximi et semper et feci et facio.
244.
1. Il futuro accenna semplicemente a un'azione che deve avvenire come per esempio: omnes moriemur (tutti moriremo); cras Romam proficiscar (domani partirò per Roma).2. Il futuro anteriore significa un'azione futura che deve esser compiuta prima di un'altra anch'essa futura, per esempio: cum Romam venero, statim ad te scribam (come sarò giunto a Roma, ti scriverò al più presto).
3. L'italiano usa in alcuni casi il presente al posto dell'uno e dell'altro futuro e il futuro semplice al posto del futuro anteriore, dicendo per esempio: “domani parto per Roma. Quando giungerò a casa, subito ti scriverò”. Il latino non ammette tali scambi, ma esprime quelle relazioni di tempo con le forme loro proprie: cras Romam proficiscar. Cum domum advenero, statim ad te scribam.
Naturam si sequemur ducem, nunquam aberrabimus. De Karthagine vereri non ante desinam, quam illam excisam esse cognovero. Qui Antonium vicerit, is bellum confecerit.
Il futuro fa talvolta anche le veci dell'imperativo. Si quid novi acciderit, facies, ut sciam (cfr. § 265, N. 1).
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