195.
Molti verbi intransitivi, che denotano moto, divengono transitivi entrando in composizione con preposizioni e reggono l'accusativo. Ciò avviene di regola nei composti con le preposizioni circum, per, praeter e trans, come: circumfluo (scorrere intorno); percurro (percorrere); praetereo (oltrepassare); transeo (passare).
Spartam Eurotas amnis circumfluit. Cupiditates omnium mentes pervagantur. Sententiae saepe acutae non acutorum hominum sensus praetervŏlant. Peccare est tamquam transire lineas.


I transitivi composti con trans (transduco, traicio, transmitto, transporto), si costruiscono con doppio accusativo, uno dell'oggetto e l'altro del luogo oltre il quale viene trasportato l'oggetto, per esempio: Agesilaus copias Hlellespontum traiecit. Hannibal copias Iberum transduxit. Però si ripete la preposizione quando è citato il luogo in cui si trasporta l'oggetto, per esempio: Caesar exercitum trans Rhenum in Germania transduxit.

1. Anche supergrĕdi, supervadere reggono l'accusativo. Si noti ancora: adire aliquem (rivolgersi a qualcuno, andar da qualcuno, pregarlo o interrogarlo); aggrĕdi aliquem (assalire qualcuno); convenire aliquem (andar a trovare qualcuno); inire societatem (far lega, società); inire magistratum (entrare in carica); inire consilium (formare un disegno); adire hereditatem (entrare in possesso di un'eredità); obire negotium (eseguire un'incombenza); obire diem oppure diem supremum (morire); transire (excedere) modum (passar la misura), ma si dirà invece excedere ex urbe oppure excedere urbe (partirsi dalla città) subire periculum (correre un pericolo, mettersi a rischio).

2. Si dice anteire, antecedere, praecederealicui e aliquem (passare innanzi a qualcuno, superarlo); excellere celeris (dativo) e inter ceteros (contraddistinguersi tra gli altri); così pure praestare alicui, raramente praestare aliquem (esser superiore a qualcuno).

3. Oltre ai verbi che denotano il moto, diventano transitivi entrando in composizione anche i verbi seguenti: alloqui (parlare a qualcuno); allatrare (latrare contro qualcuno); obsidere (assediare); oppugnare (combattere, assaltare); expugnare (espugnare, prender d'assalto).



196.
1. I verbi impersonali, i quali esprimono un sentimento sgradevole (§ 154, 2), come: piget (rincrescersi), pudet (vergognarsi), poenitet (pentirsi), taedet (annoiarsi) e miseret (aver compassione), vogliono all’accusativo il nome della persona, che prova il rincrescimento, la vergogna, il pentimento ecc., e al genitivo il nome della persona o della cosa, che sono l'oggetto di questi sentimenti. Se tale oggetto è espresso da un verbo, questo si mette all'infinito.

Con questi verbi non si adopera il riflessivo, ma invece di se, si pone eum, eam, istum, istam, hunc, hanc: pigere eum (non se) facti coepit. Si dirà però Caesar ait se poenituisse (perché riferito al soggetto della proposizione principale). In unione ai verbi servili, vedere § 238 bis.




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