169.
Nam, namque e etenim hanno maggior forza e si collocano al principio della frase, mentre enim ha meno forza e si pospone sempre a un altro vocabolo. Esempio: nam ipse dixit, ma ipse enim dixit. Quando e quandoquidem servono ad allegare una ragione che si suppone conosciuta. Riguardo a enimvero e at enim, vedere § 167 e nota.



Congiunzioni subordinative
170.
Si suddividono in:

a) congiunzioni comparative; b) congiunzioni condizionali o ipotetiche; c) congiunzioni concessive; d) congiunzioni finali; e) congiunzioni temporali.

a) Congiunzioni comparative. Si adoperano nelle proposizioni comparative e sono: ǔt o ǔti (come); sicǔt (siccome); vĕtǔt (siccome, per esempio); prout (secondo che); quam (che, come, quanto); tamquam, quasi, ut si, ac si (come, come se, quasi, quasi che).

Ut con i suoi correlativi ita e sic (§158, 1) si pone accanto al verbo, al quale si riferisce, per esempio: ut dixi (come dissi); ita dixi o sic dixi (così ho detto). Quam con il suo correlativo tam si colloca vicino all'aggettivo, per esempio: quam bonus est Deus! (quanto è buono Iddio!); tam bonus est (è tanto buono).

Le locuzioni “tanto grande” e “quanto grande” si rendono in latino per tantus, quantus; “tanti”, “quanti” per tot, quot; “tante volte”, “quante volte” per totiens, quotiens. Si dice però anche: tam magnus quam; tam multi quam; tam saepe quam. L'italiano “che” e i suoi equivalenti, dopo idem, par, similis, per lo più anche dopo atque, iuxta, perinde, alius e contra, si traducono in latino con atque, ac, per esempio: peccasti eodem modo atque ego (tu hai commesso lo stesso fallo che ho commesso io); aliter atque tu (in maniera diversa da te).



171.
b) Congiunzioni condizionali o ipotetiche. Si adoperano nelle proposizioni condizionali o ipotetiche. Queste sono: si (se); sin (se al contrario, se poi); si non, nĭsi, ni, si minus (se non, se no); siquĭdem (se pure); quod si (che se); dummŏdo (purché) (§ 173).

Dopo una parola negativa, nisi vale anche per “eccetto che, salvo che” come nemo nisi improbissimus (nessun uomo salvo che sia il più grande disonesto)

Sin si attacca ad una proposizione condizionale precedente, si verum dicis, laudaberis; sin mentiris, punieris e si dice anche sin autem raramente si autem. Al posto di nisi, si dovrà dire si non, quando la negazione si rapporta a una parola sola, non a tutta la frase, come si non omnes, tamen aliquot. Con si minus (se no) non è necessario ripetere il verbo: si dabis, accipiam; si minus, abibo.

Circa il modo del verbo da usarsi con le congiunzioni ipotetiche, vedere § 248, 3, c.