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Lucio Ampelio
(✶III sec. †IV sec.)
Lucio Ampelio fu probabilmente un maestro di scuola romano vissuto, come si evince dallo stile della sua opera, nel III secolo o nel IV secolo.
Scrisse un manualetto, il Liber memorialis, che, suddiviso in rubriche, raccoglie notizie di astronomia, geografia, mitologia e storia, dai tempi più antichi al regno dell'imperatore Traiano.
Nella dedica iniziale ad un certo Macrino (poco probabile che sia da identificare con l'imperatore omonimo) Ampelio espone lo scopo dell'opera:
«Lucius Ampelius Macrino suo sal.
Volenti tibi omnia nosse scripsi hunc librum memorialem, ut noris quid sit mundus, quid elementa, quid orbis terrarum ferat, vel quid genus humanum peregerit.»
«Lucio Ampelio saluta il suo Macrino.
Ho scritto questo Liber memorialis per te che vuoi conoscere ogni cosa, affinché tu apprenda che cos'è il mondo, cosa sono gli elementi, cosa il mondo produce e che cosa ha fatto il genere umano.»
(Lucii Ampelii, Liber memorialis, introduzione)
Si trattava forse di un volume che il destinatario (o in generale degli studenti) doveva imparare quasi a memoria, favorito anche dalla semplicità dello stile.
La prima parte del testo comprende una cosmologia elementare, con la descrizione dei quattro elementi e delle cinque zone della Terra; seguono quindi sezioni specificamente dedicate al fuoco e alle stelle, all'aria e ai venti, alla terra e all'acqua. La maggior parte dell'opera è costituita da una parte storica sviluppata con chiara visione romano-centrica.
La descrizione dello zodiaco contenuta del secondo capitolo ha come chiara fonte Nigidio, a cui comunque Ampelio aggiunge cinque costellazioni e sette pianeti. Interessante i capitoli sui venti, che Ampelio correla ai segni zodiacali e di cui spiega il movimento dividendoli in "venti generali" (quelli che spirano generalmente dai quattro punti cardinali) e "venti particolari" (quelli legati a particolari occasioni o posti).
Seguendo invece Cratete di Mallo Ampelio divide il mondo in quattro parti, dividendo poi uno dei quarti nei continenti di Asia, Europa e Libia, e descrivendo di ciascuno di tali continenti i rilievi, i fiumi e le isole.
Non sempre l'opera di Ampelio è degna di fede. Soprattutto i paragrafi relativi al periodo repubblicano sono poco affidabile, anche a causa della corruzione del testo. Le altre sezioni, tuttavia, non mancano di fornire informazioni interessanti. Nel capitolo VIII, ad esempio, è contenuto un riferimento (l'unico nella letteratura antica) alle famose sculture di Pergamo, scoperte nel 1871.
«Pergamo ara marmorea magna alta pedes quadraginta cum maximis sculpturis; continet autem gigantomachiam.»
«A Pergamo c'è un grande altare di marmo, alto 40 piedi, con imponenti sculture e la rappresentazione della gigantomachia.»
(Lucii Ampelii, Liber memorialis, VIII, 14)
L'editio princeps del Liber memorialis di Ampelio fu pubblicata nel 1638 dal Salmasius (Claude de Saumaise).
Bibliografia
- Ampellius Lucius, Liber memorialis (a cura di N. Terzaghi), Torino, Chiantore, 1947.
- Vincenza Colonna, Sul cap. 9 del Liber Memorialis di Lucio Ampelio, «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Bari» 15, 1972, p.67.
Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera
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